Cara Calzedonia, sono anni che acquisto le tue calze e fidati, con le commesse che il tuo ufficio del personale seleziona, é una grande dimostrazione di fiducia.
Come ormai faccio da anni, sono entrata in un tuo store chiedendo dei semplici collant neri (sta volta commessa gentile: un miracolo!); ero motivata e piena di entusiasmo: calze nere, coprenti ma non troppo, calde ma leggere.
Tutto andava bene, guardavo il mio elegante pacco di collant sicura d’aver fatto la scelta giusta, fino a quando…ho deciso di indossarli. Da quel momento é iniziata una lotta contro il mio essere donna. Ci sono voluti ben dieci minuti per tirare su i benedetti collant con l’aiuto di mia sorella, che non credeva ai suoi occhi e di mia madre che, per il troppo ridere…piangeva.
Ho dovuto combattere non con un semplice e confortevole collant ma con un essere mitologico, una calza a due teste: panciera contenitiva da una parte e cintura di castità dall’altra, roba che, se hai pensato di indossarli per un’uscita galante, perdi tutte le speranze dell’happy-end sin da subito.
Pressione regolata sulle gambe per aiutare la circolazione, manco avessi più vene varicose di una plurigenitrice; spinta per effetto pancia piatta (ed io che passo ore in palestra a lottare contro i miei addominali); push up del gluteo con relativo cuscinetto, uno per chiappa per perdere la sensibilità al lato B.
Insomma cara Calzedonia, dimmi la verità…’ste benedette calze le ha inventate un uomo che avrebbe voluto vedere la propria donna in autoreggenti e bustino sado tutto il giorno, altrimenti non si spiega tanta cattiveria racchiusa in quello che sarebbe dovuto essere un semplice paio di calze, della mia giusta taglia.
Ultima domanda, rivolta alle donne: avete pensato che una volta tolti i collant l’effetto chiappa alta e pancia piatta alla Belen vada a farsi benedire?