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Tag Archives: sensi

Il primo senso non si scorda mai.

“Avvicinava al naso qualsiasi oggetto. Se qualcuno le avesse chiesto di descriversi con un senso, avrebbe sicuramente scelto l’olfatto.

Da piccola era anche finita in ospedale, dopo aver annusato e aspirato, una sorpresa trovata in un uovo Kinder.

Ricordava i periodi passati della sua vita, non attraverso un calendario fatto di anni, ma di profumi. Una candela, trovata per caso in una casa a Bologna, le ricordava il profumo dolciastro del dopobarba usato da suo padre. Un mazzo di fresie gialle, le faceva tornare alla mente, casa di sua nonna durante la primavera. L’odore del pane appena sfornato, le ricordava la casa dove aveva trascorso i primi trent’anni della sua vita; mentre, il profumo della pelle di un neonato, sua sorella. L’aroma del caffè, era la sua colazione, passata con il naso nel barattolo.

Quella mattina, non poté fare a meno di prendere quel limone tra le mani per annusarlo: aveva l’odore agrodolce di quella volta che, insieme a sua sorella, nella biblioteca dei Girolamini a Napoli, scoprì un chiostro, fatto di alberi di limoni e arance…”

Ode al tatto

Avete mai provato a non usare il tatto per giorni? Non mi riferisco alla mancanza di delicatezza nei rapporti interpersonali ma ad uno dei sensi, al senso che ci mette in relazione con il mondo esterno attraverso le mani.

Da giorni, giro per casa con dei guantini bianchi (un mix tra l’omino della pubblicità della liquirizia Tabù e Michael Jackson) a causa di una dermatite acuta e sono giorni che tocco il mondo senza in realtà toccarlo. Lo strato di tessuto, tra me e tutto quello che mi circonda, falsa la percezione di oggetti e persone che credevo poter riconoscere anche ad occhi chiusi.

Senza il “mio” tatto le orchidee sul davanzale del bagno sono meno setose e delicate, la pelle di mia sorella meno morbida, le lenzuola del mio letto meno calde e confortevoli, la mollica del pane più difficile da dividere dalla crosta, è impossibile anche mandare un sms o fare una telefonata. Senza il tatto non posso impastare dolci per la colazione, fare una carezza o sentire il tepore della mano della persona che amo. Non posso avvertire il sangue che pulsa velocemente sotto la pelle al cambio repentino di temperatura tra acqua calda e fredda, non riesco a sentire la  ruvida consistenza dei colori a pastello quando cerco di sfumarli su un foglio bianco.

Solo oggi noto che, su ogni singolo polpastrello, c’è un occhio ed una bocca, un orecchio ed un naso.

Immaginate un cieco senza tatto…come comunicherebbe, come vedrebbe, come conoscerebbe?